Nell’aula Gamma del Liceo Salutati si è svolto questa mattina un incontro che ha saputo
unire la freschezza dell’età scolastica al fascino senza tempo della letteratura: il progetto di
Alternanza scuola-lavoro “Incontri d’inchiostro” che ha visto protagonista l’autrice Monica
Giovannini, ospite della mattinata, con il suo libro, Mi chiamo Albert Einstein. Alcuni studenti
e studentesse della 3C LES, guidati dalle docenti Claudia Corbani e Maria Giuseppina Grilli,
si sono occupati della presentazione del testo e hanno curato l’intervista. Presenti la
Dirigente scolastica, Matilde Guarducci, e una rappresentanza dell’associazione “Angeli del
bello di Montecatini Terme”: la presidente, Annalisa Conti e la vice presidente, Paola
Pazzaglia che in passato hanno collaborato fattivamente con il Liceo Salutati nel
confezionare e realizzare altri significativi percorsi di Alternanza scuola-lavoro.
L’incontro/intervista ha assunto i toni di una vera e propria conversazione d’altri tempi:
domande puntuali, curiose, talvolta ardite; risposte misurate, illuminate dall’esperienza
dell’autrice e dalla passione di chi, con la parola scritta, convive ogni giorno. Giovannini, nel
ricordare la sua formazione liceale (ex allieva del Salutati), ripercorre l’esperienza e
competenza di alcuni dei suoi insegnanti che, insieme alla sua famiglia, hanno alimentato la
passione per la lettura. All’interno del testo si intersecano, in una filigrana di sollecitazioni
culturali, spunti tematici legati alla fisica e alla terminologia che ad essa si accompagna
(“fotoni”, “onde gravitazionali”), topoi vicini alla problematiche dell’accettazione dell’altro che
necessariamente passa attraverso la consapevolezza di se stessi, dei propri limiti e degli
errori che rendono, ognuno di noi, meravigliosamente imperfetto.
In platea, quattro classi prime e seconde del liceo hanno partecipato come pubblico attento
e curioso: questi gruppi avevano “adottato” il testo della Giovannini nelle settimane
precedenti traendone riflessioni, spunti interdisciplinari, piccole ricerche e perfino qualche
breve elaborato creativo. Ne è scaturito un mosaico di impressioni vive e autentiche, come
solo l’immaginazione studentesca sa offrire. L’atmosfera, densa di curiosità e di quel lieve
fermento che accompagna ogni incontro significativo, ha ricordato ai presenti quanto la
lettura rappresenti ancora oggi un presidio irrinunciabile per la crescita personale. In
un’epoca in cui lo sguardo corre fugace sugli schermi e la soglia di attenzione sembra ridursi
a colpi di “scroll”, riscoprire il piacere lento e disciplinato del libro è un atto quasi
controcorrente, un piccolo gesto di resistenza culturale. “Leggere significa concedersi il
lusso del tempo”, suggerisce Giovannini, immergersi in voci diverse dalla propria, aprire
finestre su mondi già vissuti o soltanto immaginati. Significa imparare a pensare con
maggiore profondità e, diciamolo con un sorriso, ricordarsi che l’universo non si esaurisce
nell’ultimo trend virale. Giovannini sottolinea che l'esercizio della scrittura richiede pazienza,
dedizione e sistematicità o, per dirla con Flaubert, nel momento in cui un autore si fa rapire
dalla meraviglia della scrittura, vive un “momento di trascurabile felicità”. Progetti come
“Incontri d’inchiostro” non solo alimentano questo patrimonio, ma lo rinnovano lasciando agli
studenti il gusto dolce e un po’ antico della scoperta, un invito gentile a tornare al libro come
compagno garbato, bussola discreta in un mare di rumorose e fallaci sollecitazion.
da Segreteria
del giovedì, 11 dicembre 2025